mercoledì 30 settembre 2015

Psicologo, dottore dei matti?

La psicologia, ormai è un argomento che si ritrova in molti contesti diversi, dalle serie tv fino ad arrivare alle riviste femminili. Tuttavia, se chiedete a qualcuno se va da uno psicologo, o se sa a cosa serva andare da uno psicologo, solo una fetta ridotta saprà di cosa realmente si occupa e di quanto siano disparati gli ambiti in cui il lavoro di uno psicologo risulta essere utile e necessario.

Iniziamo a parlare del grande classico, "Chi va in terapia è malato". L'associazione che sempre più spesso si sente fare è che si va in terapia se si è malati o matti. Al contrario, chi si rivolge alla ricerca di una figura d'aiuto ha fatto un passo in avanti, Riconoscendo di avere un problema o di poter avere una qualità di vita migliore rispetto a quella che ha avuto fino a quel momento. Nel mondo di oggi, dove chi si dedica del tempo è un perdente, è una scelta coraggiosa e consapevole mettersi in gioco per cercare di vivere al pieno delle proprie possibilità la propria vita. Si deve avere la volontà di crescere e esplorare nuovi modi e possibilità di vivere.


"Andare dallo psicologo?Mi basta andare dal medico e farmi prescrivere un farmaco..."

L'introduzione degli psicofarmaci sono stati, senza ombra di dubbio, un grosso aiuto nel campo della salute mentale. Tuttavia, l'uso indiscriminato dei farmaci senza un adeguato supporto non è altro che un coperchio sopra una pentola d'acqua che bolle. Il sintomo, sia esso ansioso, depressivo o di altra natura, troverà modi alternativi di mostrarsi in quanto è soltanto una manifestazione oggettiva di qualcosa che rimane nascosto. I farmaci, se abbinati ad un'adeguata psicoterapia, spesso portano i migliori risultati e permettono anche una riduzione nel tempo delle quantità di farmaco. Un uso consapevole del farmaco e delle psicoterapia, sono senza dubbio ottimi strumenti. Pensare che magicamente una pillola possa far sparire ogni problema è una chimera.  Pensate a quanto avete un'infezione in corso, il vostro medico non si limita solo ad abbassare la febbre con l'aspirina ma cerca di curare l'infezione.

"Andare in terapia non cambierà nulla"

Studi sperimentali, hanno mostrato come gruppi di pazienti psichiatrici la psicoterapia induca modificazioni nell'attività neurale dei pazienti. Vi erano cambiamenti significativi sia a livello d'attivazione sia nei sistemi neuroendocrini. La psicoterapia è un processo d'apprendimento che intraprende il paziente e come tale, come tutte le esperienze, può modificare l'attività nervosa.






Per farsi due risate: http://www.zerocalcare.it/2012/10/15/psicologi/

Per approfondire :

Determining Stereotypical Images of Psychologists: the Draw a Psychologist checklist (Barrow 2000)

Bradshaw J. L., Mattingley J.B., (1995), clinical Neuropsychology: Behavioural and brain Science, Academic Press, San Diego.

Brockman R., (1998), A map of the mind: toward a science of psychotherapy, Psychosocial, Madison.


Damasio A., (1995), L’ errore di Cartesio: emozione, ragione e cervello umano, (tr. It. (1994), Adelphi, Milano).



giovedì 24 settembre 2015

Maschi scienziati & femmine scrittrici: stereotipi di genere e atteggiamento verso la scuola

Negli scorsi anni si riteneva una certezza il fatto che le donne avessero capacità matematiche limitate rispetto agli uomini. Era comune aspettarsi che le donne si applicassero a studi umanistici e lasciassero le facoltà scientifiche agli uomini. Negli ultimi dieci anni è tuttavia emerso come (sia in America che in Italia) i risultati accademici delle donne fossero mediamente maggiori rispetto a quelle del genere maschile, nonostante questo , in Italia le donne iscritte a ingegneria sono solamente il 21% e del 30% nei corsi scientifici.  Le interazioni famigliari sono alla base della trasmissione  genitori-figli di atteggiamenti e competenze coerenti agli stereotipi di genere tradizionali verso le materie scolastiche.  I bambini , quando arrivano alla loro prima lezione
di matematica possiedono in realtà delle competenze matematiche già ben strutturate ,  i comportamenti genitoriali incidono sin dai primi anni di vita sullo sviluppo delle competenze e sull'atteggiamento verso i numeri, c'è da chiedersi se non sia proprio questo il mezzo con cui vengono a crearsi le prime differenze di genere rispetto alla matematica.  Alcune ricerche hanno messo in luce differenze nell'uso dei numeri nel linguaggio delle madri verso figlie femmine rispetto a quelli maschi.  Il ruolo genitoriale è fondamentale nella percezione di competenza scolastica da parte dei bambini/adolescenti. In alcuni studi si è  evidenziato come l'attribuzione dei successi/insuccessi scolastici variasse a seconda del genere. Generalmente il successo di un bambino viene attribuito alla sua bravura, in quanto portato per la materia, il suo fallimento a una carenza di impegno. D'altro canto il successo di una bambina viene imputato generalmente al suo impegno, l'insuccesso alla mancanza di capacità. Il susseguirsi di queste attribuzioni rende improbabile che una ragazza , anche di fronte a grandi successi in matematica, si senta dotata di questa capacità.  Gli effetti sono tutt'altro che transitori. Studi longitudinali hanno dimostrato come le valutazioni dei genitori sulle competenze matematiche dei propri figli di 12/13 anni predicevano le scelte di studio e carriera dei figli a 25 anni. 


Qui sotto ci sono alcune donne e scienziate che dovremmo ricordarci più spesso.
Risultato immagine per curie     Risultato immagine per montessori




 Per approfondire: Bhanot, R., & Jovanovic, J. (2005). Do parents’ academic gender stereotypes influence whether they intrude on their children’s homework? Sex Roles, 52, 597-607

Jacobs, J. E., & Eccles, J. S. (1992). The impact of moth- ers’ gender-role stereotypic beliefs on mothers’ and children’s ability perceptions. Journal of Personality and Social Psychology, 63, 932-944.
Tomasetto, C., Galdi, S., & Cadinu, M. (2012). Quando l’implicito precede l’esplicito: Gli stereotipi di genere sulla matematica in bambine e bambini di 6 anni. Psicologia sociale, 7, 169-186.

Bilinguismo e matematica

Oggi giorno, la necessità di conoscere più lingue spinge molti genitori verso un'educazione bilingue dei propri figli. Per una scelta consapevole è giusto essere informati sui pro e sui contro, su quali soluzioni adottare e cosa aspettare d'incontrare durante il percorso dei bambini bilingui. Il bilinguismo, al contrario di ciò che si pensa comunemente, influenza anche abilità cognitive non verbali, in quanto il linguaggio e altre abilità condividono un sistema generale e si possono influenzare a vicenda. Un esempio di questo effetto è visibile nelle abilità matematiche. Il sistema numerico si divide in sistema numerico esatto ( un esempio è il numero di cellulare di un vostro parente) e il sistema numerico approssimato ( ad esempio il giorno della presa della Bastiglia, o altri eventi storici). I bilingui hanno difficoltà ad apprendere fatti numerici esatti nella lingua non nativa. Questo ci porta a capire che la codifica dei numeri esatti è almeno parzialmente linguistica. Il sistema numerico approssimato invece non evidenzia differenze tra la prima e la seconda lingua.
Ciò evidenzia la necessità di insegnare i fatti numeri esatti in entrambe le lingue, in modo da padroneggiare allo stesso livello le abilità matematiche. 

Per approfondire: language and number: a bilingual traning study (Spelke & Tsivkin)

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